Raddoppio termini accertamento: quando si verifica? Cosa prevede la legge?

Il raddoppio dei termini di accertamento è una questione che ha aperto a molte discussioni. Nel 2016 la Legge di Stabilità, ha ristabilito l’importanza del termine unico di accertamento. Con i termini di accertamento si è soliti indicare i tempi massimi entro cui è possibile compiere degli accertamenti fiscali. Scopriamo nel dettaglio in cosa consiste il raddoppio dei termini di accertamento.

Raddoppio termini di accertamento: cosa dice la legge

I termini di accertamento sono i tempi entro cui all’Amministrazione Tributaria è consentito verificare la situazione economica e la messa in regola di un contribuente per ciò che concerne la sua posizione fiscale. I termini sono ben stabiliti secondo quanto riportato dal DPR N°600/73.

Il Decreto del Presidente della Repubblica spiega attraverso l’art. 43, che l’Amministrazione Tributaria può presentare la notifica entro 4 anni dalla presentazione della dichiarazione, ponendo come scadenza il 31 dicembre. Secondo quanto stabilito dalla legislazione italiana, il raddoppio dei termini di accertamento è possibile qualora ci siano le condizioni affinché ciò si verifichi. I termini di accertamento determinano la possibilità di notificare ai contribuenti gli avvisi circa le imposte, l’IVA e i tributi locali.

Conoscere l’esatta tempistica entro cui è possibile consegnare le notifiche è interesse principale del contribuente, che in questo modo può verificare se la sua posizione tributaria è legittima o meno. In particolare, il raddoppiamento dei termini di accertamento fiscale ha consentito all’Agenzia Tributaria di poter compiere gli accertamenti fiscali, notificando all’occorrenza anche in tempi prolungati.

Tuttavia, questa situazione è stata chiarita dalla Legge di Stabilità del 2016, che ha stabilito quanto il raddoppio dei termini di accertamento siano validi per le questioni relative al pagamento dell’IVA e dei redditi, mentre è da escludere nel caso in cui la situazione riguardi violazioni che hanno condotto a una denuncia penale.

Raddoppio termini accertamenti: la modifica legislativa

Il D.L. n°223 del 2006 aveva introdotto la possibilità di un raddoppio dei termini di accertamento, qualora al contribuente fossero riconosciuti dei reati di tipo fiscale. In pratica, il Fisco in queste occasioni poteva usufruire di un tempo maggiore per inviare la notifica al contribuente.

La Legge di Stabilità del 2016 ha rivoluzionato il modo di concepire le violazioni tributarie. All’Amministrazione Fiscale, infatti, è stata tolta la possibilità di usufruire di tempistiche raddoppiate. A tal proposito, la modifica legislativa ha condotto a un prolungamento dei tempi previsti per la consegna delle notifiche ai contribuenti, così da eliminare la necessità di dover ricorrere a tempistiche doppie.

Il raddoppio dei termini di accertamento non è stato abolito del tutto, poiché è ancora attuabile in condizioni particolari, come nel caso in cui il contribuente abbia versato i suoi risparmi nei cosiddetti “Paradisi Fiscali“. Questa decisione è stata attuata allo scopo di favorire l’attività del Fisco, che in questo modo può condurre le indagini con maggiore calma e meticolosità.

Avere chiara la questione dei termini di accertamento, è fondamentale anche per lo stesso contribuente, che in questo modo può avere ben chiara la sua posizione dinanzi al Fisco e conoscere le scadenze entro il quale può ancora ricevere le notifiche da parte dell’Amministrazione Tributaria.

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