Come raggiungere la libertà finanziaria

L’educazione finanziaria racchiude tutti quei concetti teorici che regolano il mondo degli investimenti o che riguardano ambiti, alcuni dei quali strettamente connessi alla sfera della gestione dei risparmi personali, mentre altri totalmente avulsi.

Chi è in grado di costruire un bagaglio culturale, attingendo a tali nozioni, può definirsi finanziariamente libero, quella condizione in cui l’individuo ha maturato la capacità non solo di prendere in prima persona le decisioni per allocare in modo corretto il patrimonio, ma anche per implementare strategie e soluzioni di investimento per migliorare il proprio status.

Naturalmente quello descritto è un processo di formazione che richiede tempo, per essere portato a compimento, e che necessita del supporto di risorse didattiche di una certa qualità, messe a disposizione da aziende specializzate.

Fra le varie realtà del settore spicca per esempio la società di formazione finanziaria Alfio Bardolla, che costituisce un vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale. Sul sito web ufficiale è infatti possibile trovare un’ampia gamma di contenuti teorici sul mondo degli investimenti, ideati per fornire agli utenti un set di competenze tale da potersi confrontare efficacemente con tutti i mercati a livello internazionale.

Inoltre, chi è interessato ad approfondire la materia, può contare sulla disponibilità di strumenti per costruire addirittura un’attività imprenditoriale in quest’ambito.

La diversificazione negli investimenti finanziari

Un risparmiatore che si trovi nella condizione di stabilire l’allocazione delle risorse finanziarie di cui dispone dovrebbe innanzitutto individuare le esigenze da soddisfare con gli ipotetici ritorni delle immobilizzazioni da porre in essere.

Solo dopo questo step fondamentale si può definire una asset allocation equilibrata, grazie ad una corretta diversificazione, per ottenere un rendimento realisticamente realizzabile tenendo conto del proprio profilo di rischio e dell’orizzonte temporale necessario per raggiungere gli obiettivi identificati.

L’importanza dell’educazione finanziaria viene esaltata in particolare nella fase di costruzione del portafoglio: difatti è in questo frangente che la cognizione dei meccanismi di funzionamento delle varie asset class permette di avere una giusta percezione del rischio.

Ancor prima di definire la strategia attraverso cui ribilanciare le classi di investimento dell’asset allocation – esercizio già di un livello di difficoltà superiore – sarebbe appropriato conoscere la natura dei singoli strumenti finanziari e quale sia la reazione del loro prezzo in determinati scenari del ciclo macroeconomico, in quanto è proprio in funzione del contesto generale che cambia la volatilità delle quotazioni di un sottostante e di conseguenza la capacità, da parte del risparmiatore, di ponderare tutte le insidie che lo stesso nasconde.

La diversificazione serve a mitigare il rischio specifico, ossia l’aleatorietà collegata all’attività del sottostante: questo principio di differenziazione vale ovviamente a più livelli: difatti, oltre a dividere il capitale in asset class che hanno fra loro una correlazione inversa, è possibile stratificare ulteriormente le risorse servendosi di specifici strumenti.

Gli exchange traded funds, ad esempio, permettono di diversificare i risparmi conferiti anche sul singolo benchmark di riferimento e presentano delle commissioni di gestione abbastanza contenute.

Asset allocation: ponderare il rischio di mercato

Naturalmente, come già anticipato, ogni asset class ha un rischio di mercato – o rischio sistematico – che dipende dalla natura stessa del sottostante: è ben noto che il comparto azionario è caratterizzato da una volatilità dei corsi ben più alta rispetto a quella che determina l’erraticità delle quotazioni del bond market. Inoltre le due classi sono in linea di massima decorrelate.

È importante quindi sapere che l’andamento dei titoli equity è collegato a fattori micro e macro del ciclo economico, mentre il comparto obbligazionario è più suscettibile alle politiche monetarie delle Banche Centrali.

Anche i bond, tuttavia, presentano gradi di rischio differenti in base al rating dell’emittente, allo status dell’emittente, alla tipologia di emissione e alla sua durata. Un titolo obbligazionario corporate (ovvero il bond di una società) non investment grade può avere una volatilità, che dipende anche dalla durata, comparabile a quella di un titolo azionario.

Una forte erraticità dei prezzi, però, si può avere persino su obbligazioni governative ad alto rating con una durata molto lungo in un contesto di stretta monetaria.

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