La finanza si fa “green”: i G-Bonds alla conquista del mercato

Tra i titoli più interessanti per questa seconda metà del 2019, i cosiddetti green bond, ovvero obbligazioni collegate a soluzioni ecosostenibili, meritano una menzione speciale. Si tratta di un asset molto giovane, nato nel 2007, ma che ultimamente, con l’inasprimento del dibattito sui cambiamenti climatici e i bonus finanziari che gli enti governativi stanno iniziando a lanciare per promuovere attività ecosostenibili, hanno visto una crescita enorme.

Pochi nel 2019 non sanno chi è Greta Thunberg: i suoi discorsi hanno fatto il giro del mondo e sono stati uditi dalle Nazioni Unite: si tratta di un evento dall’impatto mediatico enorme che si è ripercosso sul mercato finanziario rendendo i green bonds ancora più interessanti per gli investitori.

La crescita dei Green Bond

L’idea originaria che poi ha dato luogo ai green bonds come li conosciamo oggi viene da San Francisco, quando nel 2001, per promuovere il ricorso all’energia fotovoltaica sia da parte di privati che delle autorità, furono creati i solar bond.

Nel 2007, sulla scia della soluzione adottata dalla città di San Francisco, anche la Banca d’Investimenti Europea creò dei Climate Awareness Bond, i primi green bond ad essere ufficialmente immessi sul mercato. Dopo la crisi del 2007/8, i green bond sembravano incapaci di raggiungere l’interesse degli investitori, fino almeno al 2013, quando il mercato finanziario si riprese completamente dagli effetti della crisi.

La Climate Bonds Initiative ha rilevato che nel 2013 il mercato delle obbligazioni ecosostenibili ammontava a circa 11 miliardi, che hanno visto una immediata crescita, passando nel 2016 ad un volume complessivo di 160 miliardi di dollari. Nel 2019, con le nuove emissioni sul mercato, si rischia di raggiungere i 250 miliardi, indicando una maggior consapevolezza del mercato rispetto alle problematiche ambientali e uno sviluppo economico che potrebbe convolare felicemente a nozze con le necessità della biosfera.

Come funzionano i Green Bonds                                                   

I primi di Luglio ha debuttato sulla Borsa Italiana il Lyxor Green Bond (DR) UCITS ETF, il primo ETF al mondo con esposizione al mercato dei Green Bond Investment Grade, rendendo partecipe il mercato italiano degli investimenti sui Green Bond attraverso gli ETF (Exchange Trade Fund), ovvero uno strumento finanziario che permette di investire su oltre 267 Green Bond, replicandone passivamente l’andamento in borsa e rendendoli accessibili all’investitore come se fossero azioni.

L’indice ETF, comprende, quindi oltre 267 Green Bond. Il loro rating è per il 20,5% AAA, per il 26,5% AA, per il 30% A e per il 23% BBB. Le obbligazioni sulle quali si può investire, inoltre, hanno una durata residua di almeno 12 mesi e un’esposizione minima di almeno 300 milioni di dollari.

Ciò che caratterizza i Green Bond, inoltre, è l’obbligo alla trasparenza, non solo per motivi di sicurezza (evitare un altro disastro come quello del 2007/8), ma anche per garantire che effettivamente si tratta di investimenti che hanno come fine il finanziamento di progetti a basse emissioni di carbonio e a favore del clima e dell’ambiente.

Perché investire in Green Bonds?

Investire in Green Bonds non è solo la scelta obbligata per quegli investitori particolarmente attenti all’etica professionale, ma anche e soprattutto la scelta ideale per coloro che sono interessati al mercato delle obbligazioni. Non soltanto, infatti, si tratta di uno degli asset più interessanti degli ultimi periodi, sia per volumi complessivi che per tassi di crescita e immissioni annue, ma, anche in base alle soluzioni che potete trovare sul sito investingoal.com, i Green Bonds sono il futuro del mercato delle obbligazioni, un modo per investire in sicurezza e, per le aziende, di avere a disposizione finanziamenti per la svolta ecologica e responsabile.

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