Classi capovolte: che metodi comprendono? Quali sono i loro principi?

Nell’ambito scolastico con il termine “classe capovolta” ci si riferisce a un approccio metodologico che sovverte il tradizionale ciclo di apprendimento composto da lezioni frontali, studio individuale a casa e verifiche in aula. Il termine italiano rappresenta quello che a livello internazionale è conosciuto come “Flipped Classroom”.

L’insegnamento capovolto è, quindi, una metodologia didattica che rende il tempo-scuola più produttivo e funzionale rispetto alle esigenze della società nell’era dell’informazione. Scopriamo insieme quali metodi comprende e su quali principi si fonda.

Apprendimento capovolto: i principi fondamentali

Coloro che promuovono questo metodo ritengono che la diffusione del web abbia prodotto un distacco sempre più evidente di buona parte del mondo scolastico dall’esigenza della società, dalle richieste del mondo delle imprese, dalle abilità e desideri di studenti e famiglie.

Anche gli interessi degli studenti nascono e si sviluppano sempre più al di fuori delle mura scolastiche. La rivoluzione di internet ha consentito una diffusione generalizzata non solo del sapere scritto, ma anche di contenuti multimediali, rendendo possibile seguire da casa le lezioni e spiegazioni dei docenti.

Dal momento che il sapere non è solo relegato tra le mura della scuola, i sostenitori di questa metodologia ritengono che non sarebbe produttivo trasmettere a scuola quello che già si può apprendere a casa. L’insegnamento capovolto, quindi, propone l’inversione di lezione e studio individuale, dove:

  • la lezione viene spostata a casa, sostituita dallo studio individuale;
  • lo studio individuale viene trasferito a scuola, sostituito dalla lezione in classe dove il docente può esercitare il suo ruolo di tutor accanto agli studenti.

Come funziona l’apprendimento capovolto?

Le classi capovolte hanno come principio fondamentale le competenze cognitive di base dello studente, ovvero ascolto e memorizzazione, che possono essere attivate a casa autonomamente apprendendo attraverso video, podcast oppure leggendo i testi proposti e condivisi dai docenti.

In classe, invece, si possono attivare le competenze cognitive alte (ovvero la comprensione, l’applicazione, la valutazione e la creazione) poiché l’allievo, insieme ai compagni e all’insegnante, cerca di applicare quanto viene appreso per risolvere i problemi proposti dal docente.

Il ruolo del docente viene trasformato in modo che il suo compito diventi quello di guidare l’allievo nell’elaborazione attiva e nello sviluppo dei compiti più complessi.

Metodologia

Il primo passo da compiere è quello di cercare di suscitare interesse negli studenti, curiosità e desiderio di apprendimento di un argomento specifico. Questo passaggio è importante perché non può esistere apprendimento senza coinvolgimento cognitivo ed emotivo degli studenti.

Per l’insegnante si tratta di trasporre i contenuti disciplinari da una forma espositiva e dimostrativa a una dubitativa e ipotetica, più vicina possibile alla realtà lasciando allo studente il compito di pensare e proporre una soluzione. Questa fase si può svolgere in varie modalità impegnando gli alunni fuori dalla scuola, prima della lezione ma anche in classe.

Si passa da una fase in cui gli studenti sono chiamati a mettere in gioco le strategie cognitive e le procedure di indagine della disciplina in questione. Si tratta di un modo per sollecitare negli studenti processi di pensiero che sono alla base della costruzione delle conoscenze, esercitando spirito critico, imparando a fare domande appropriate, a formulare ipotesi attendibili e a trovare metodi per verificare le loro supposizioni. Questa fase prevede la produzione di materiali e documenti forniti dagli alunni, singolarmente o in gruppo, da utilizzare successivamente nella terza fase.

Nella terza fase, il docente diventa tutor che assiste ogni alunno a seconda delle proprie specifiche esigenze. Questa è la fase più interessante del metodo: un compito creativo stabilito dall’insegnante in modo tale da permettere la divisione del lavoro secondo una visione di squadra.

Il ciclo si completa con una fase di rielaborazione e valutazione, un processo di gruppo di riflessione e confronto su quanto appreso dal docente attraverso il coinvolgimento di tutta la classe. L’obiettivo sarà quello di chiarire e consolidare gli apprendimenti partendo dall’analisi dei lavori che gli studenti hanno realizzato nella seconda fase.

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