Chiamata in garanzia: che cos’è? Quando e come si richiede?

La chiamata in garanzia è una possibilità prevista dal diritto italiano e molto spesso attuata nell’ambito di un processo civile. La chiamata in garanzia sancisce l’evenienza di chiamare una terza parte, che ricopre il ruolo di garante di una delle due. Affinché questa evenienza sia attuabile, è necessario però che vi siano le condizioni che ne determino la realizzazione.

Chiamata in garanzia: esempio e come richiederla

La chiamata in garanzia si differenzia in due tipologie, come stabilito dal nostro diritto. Tutte le parti che prendono parte a un processo possono decidere di chiamare a testimonianza un garante, se sussistono determinate condizioni.
La chiamata in giudizio è legittimata dall’articolo 106 in materia di diritto civile e può essere applicata in diverse situazioni.

Per comprendere meglio la sua valenzaq, facciamo un esempio pratico, che coinvolge proprietario di casa ed affittuario. Il primo cita in causa il secondo per delle infiltrazioni nel tetto dell’abitazione. A sua volta il locatore per difendersi chiama in causa l’appaltatore a difesa delle sue ragioni e dal confronto emerge la totale buona fede del locatore, poiché i lavori non sono stati eseguiti in modo corretto.

La chiamata in garanzia può essere di tipo proprio o improprio e prevede, dunque, l’intervento di una terza persona a tutela di una delle parti coinvolte nel processo. La prima, si verifica quando è stabilita da un contratto o dalla legge, mentre la seconda riguarda invece una situazione occasionale tra le parti, come nel frequente caso delle così definite “vendite a catena”. In questo ultimo caso, sarà considerata legittima la chiamata in garanzia, solo se le domande sono competenza dello stesso ufficio giudiziario.

In ogni caso, qualsiasi sia la tipologia di chiamata in garanzia, dovrà essere proprio la parte interessata a citare in giudizio la persona, che dovrà quindi comparire al processo nella data stabilita dal giudice. La richiesta dovrà partire dall’attore che vuole utilizzare questa garanzia e solo dopo, potrà essere accettata o meno dal giudice che si occupa del processo. La notifica di chiamata in garanzia non può, quindi, essere evitata o rifiutata. Una volta consegnata alla parte interessata essa, infatti, sarà depositata in Cancelleria come prova.

Nel caso in cui per motivazioni improrogabili, la terza parte non possa comparire nel giorno stabilito e dunque rispondere alla chiamata, dovrà essere sempre la parte interessata a chiedere al giudice un rinvio per l’udienza, per consentire al garante di essere ascoltato. In questo caso, non dovranno passare più di 5 giorni prima che il giudice stabilisca una nuova data e la comunichi alle parti interessate.

La chiamata in giudizio è, ricapitolando, un diritto sancito dal codice civile della nostra Costituzione, al fine di garantire una garanzia durante la causa. In particolare, è l’articolo 106 a stabilire le condizioni secondo cui è possibile usufruire di questo diritto. La chiamata in giudizio, infatti, assicura la partecipazione al processo di un garante e per essere legittima, deve essere inoltrata dalla parte interessata e autorizzata dal giudice che si sta occupando della controversia. Dopo la chiamata, la notifica è depositata nella cancelleria.

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