Boschetti di mortelle, i mirteti: caratteristiche e come vengono mantenuti

Il Myrtus communis, comunemente chiamato mirto o mortella, è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Myrtaceae. E’ molto comune nella zona mediterranea allo stato selvatico, ed è conosciuta per il liquore dolciastro prodotto dalle bacche in Sardegna e in Corsica. Ritenuta simbolo di femminilità, nell’antichità il mirto era conosciuto per essere la pianta sacra a Venere, dea della bellezza. Considerato simbolo di fertilità: gli sposi, addirittura, portavano in testa corone di mirto durante il pranzo nuziale.

La pianta si presenta come un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia dei latifoglie, raggiunge un’altezza di circa 3 metri, ha l’aspetto di un cespuglio molto fitto e cresce molto lentamente, tanto da poter divenire plurisecolare. Fra maggio e giugno avviene la prima fioritura a cui può seguire anche una seconda, fra agosto e settembre: la pianta viene ricoperta da fiori bianchi o rosa estremamente profumati. Da novembre a gennaio maturano anche i frutti, delle bacche dal tipico colore nero/ bluastro oppure giallognolo ma queste, tuttavia, vengono utilizzate per scopi ornamentali.

Il mirto è una pianta spontanea che si presta ad essere coltivata nel verziere di famiglia: ciononostante la pianta teme il freddo, perciò il posto ideale per coltivarla è in prossimità di zone costiere. Non richiede grosso impegno nell’esser curata infatti si adatta facilmente anche ai terreni più poveri. Tuttavia, se concimata almeno una volta all’anno ( con compost o letame), riesce ad avere grande robustezza. Essa può esser piantata mediante due operazione distinte: per seme o per talea. La prima viene effettuata in inverno ed è la più semplice ed economica da attuare perciò è consigliata ad uso domestico; la seconda viene effettuata, invece, in primavera e garantisce di avere piante più forti e vigorose.

Comunemente quando si pensa al mirto, lo si associa spesso alla Sardegna e alla Corsica dove i frutti vengono utilizzati per produrre il noto digestivo alcolico omonimo: spesso esso, infatti, viene offerto a termine del pranzo. Nella tradizione sarda, inoltre, i rametti della pianta vengono utilizzati per aromatizzare le carni. Il mirto però, oltre a prestarsi largamente come pianta ornamentale, è noto anche per le proprietà digestive, balsamiche e antinfiammatorie perciò trova largo impiego nell’industria farmaceutica ed erboristica. Dai Romani veniva utilizzato per curare l’ulcera e le malattie dell’apparato respiratorio. In fitoterapia, la pianta viene utilizzata come sedativo in caso di bronchite grazie alle sue proprietà antisettiche. L’utilizzo, tuttavia, di questa pianta in quantità eccessive viene sconsigliato ai bambini, in quanto potrebbe avere un effetto irritante sulle mucose, e nelle donne in stato di gravidanza.

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