Difese il ponte sublicio: la storia di Tito Erminio Aquilino

Tito Erminio Aquilino ( in latino Titus Erminius Aquilinus), fu un politico e militante romana: figura di grande spicco nella storia della Roma antica, egli comandò le truppe di Tarquinio il Superbo e partecipò a due delle grandi battaglie che contribuirono alla nascita della Repubblica. Ma l’impresa principale che gli conferì di passare alla storia fu la difesa del ponte Sublicio assieme ad Orazio Coclite, contro l’esercito di Porsenna. Aquilino apparteneva alla gens degli Herminii, una famiglia di patrizi.

Dopo l’espulsione di Tarquinio il Superbo, Tito Erminio Aquilino, affiancato da Spurio Larcio, aiutò Orazio Coclite nella difesa del ponte Sublicio. Nel 509 a. C Porsenna, il re dei Chiusi ( popolazione di origine etrusca), deliberò di conquistare Roma. L’obiettivo principale di Porsenna era quello di instaurare la monarchia così, circa l’anno dopo, vi si recò con il suo esercito e qui, con grande maestria, riuscì a conquistare diversi punti. Dopo aver conquistato con successo il Gianicolo, l’esercito dei Chiusi si diresse verso il ponte Sublicio.

Il ponte Sublicio era ubicato a valle dell’isola Tiberina e venne costruito, secondo Dionigi di Alicarnasso, da Anco Marzio. Secondo altre fonti, invece, il ponte venne eretto dalle popolazioni che abitavano lungo la sponda destra del Tevere molti anni prima della nascita di Roma e fu restaurato in un primo momento da Ercole e successivamente da Anco Marzio. Il ponte permetteva scambi scambi commerciali fra nord e sud ed, inoltre, aveva una funzione religiosa: numerosi, infatti, erano i cerimoniali religiosi compiuti nell’antica Roma come, ad esempio, il lancio di pupazzi di paglia in occasione della festa dei Lemuria. Per sopperire al pericolo di un’incombente invasione, il ponte era costruito interamente in legno: da ciò deriva il nome Sublicio, appunto da “sublicae”, che significa tavola di legno. Così, proprio grazie al materiale di cui era costruito, Roma riuscì ad evitare l’invasione. Secondo la storia, mentre Orazio Coclite combatteva da solo i nemici, le truppe riuscirono a smontare il ponte in modo tale da non permettere che l’esercito dei Chiusi si inoltrasse ancor di più a Roma e la conquistasse.

Nel proseguimento della guerra intervenne definitamente Aquilino che, con il suo esercito, riuscì a sbaragliare le truppe. Egli, infatti, piombò sulle retrovie degli Etruschi e li circondò: essendo in numero nettamente minore, per il popolo romano fu semplice imporgli la ritirata. Grazie a queste memorabili imprese, Aquilino fu nominato console nel 506 a. C, affiancato da Spurio Larcio. Dopo la nomina egli partecipò alla battaglia del Lago Regillo, che decretò la supremazia dei romani sui Latini: qui, per le profonde ferite riportate in battaglia, rimase ucciso.

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