La barca dei malavoglia: come si chiama, storia e curiosità

Scritto da Giovanni Verga nel 1881, il romano I Malavoglia è sicuramente il più conosciuto dello scrittore siciliano. Con il suo classico stile del verismo, la corrente letteraria da lui stesso avviata e caratterizzata da una narrazione oggettiva, esterna e costituita da interventi dei pareri dei protagonisti, I Malavoglia sono una delle letture più diffuse e note al grande pubblico. Chiunque, infatti, conosce l’ideale dell’ostrica che rappresenta la sfortunata storia della famiglia e i nomi dei protagonisti, primo fra tutti Padron ‘Ntoni.

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Permesso in latino: ecco come si pronuncia ed in che contesti è utilizzato il termine

In italiano per sono molte le parole che possono essere utilizzate con differenti significati e in diversi modi. Ad esempio, una di queste è “permesso”. Essa viene utilizzata per chiedere di poter entrare in un luogo o superare la folla in centri affollati. Ma è anche il participio passato maschile di “permettere” e l’equivalente sostantivo indicante il poter fare qualcosa, ciò che è concesso in ambito legale, sociale e quotidiano.

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Qual è l’altro nome di Ascanio? Perché lo utilizzava?

Non solo Iliade e Odissea, l’Eneide è l’altro grande mito che si studia a scuola. Com’è noto, si differenzia dai primi due per l’autore: è, infatti, un’opera virgiliana, contrariamente ai due poemi omerici. Al contrario, la trama prosegue dall’Iliade e si identifica con l’Odissea. Come il viaggio di Ulisse, infatti, anche quello di Enea, protagonista dell’Eneide (ecco il perché del nome), inizia dopo la guerra decennale narrata nell’Iliade e dopo la presa di Troia. Enea fugge dalla città distrutta dai Greci proprio grazie a Ulisse e arriva sulle coste del Lazio.

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Ecco tutto ciò che costeggia il Benaco

In pochi sentendo pronunciare il nome Benaco capiranno subito di cosa si stia parlando. Perché quello che indica è più comunemente conosciuto col nome di Lago di Garda, il maggiore lago italiano che si espande nelle regioni lombarda, trentina e veneta. Il nome meno noto, infatti, si deve al classico toponimo di Benacus lacus, molto probabilmente di origine celtica e di attestazione precedente alla dominazione romana. Esso dovrebbe derivare da bennacusa che, simile all’irlandese bennach, significa “cornuto”, ossia circondato da molti promontori. Infine, sua attestazione latina è benacus.

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Colori con la p: quali sono? Eccoli in breve

Definire il numero preciso di colori esistenti al mondo è difficile, perché le sfumature dei principali costituenti dell’arcobaleno sono quasi infinite. Secondo Newton quelli fondamentali erano i sette dell’iride: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

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Codice tributo 3958: cos’è e cosa indica

Il codice tributo 3958 viene utilizzato per il pagamento della TASI, tale tassa sui servizi indivisibili. Il codice va indicato nel modello F24 quando la tassa deve essere pagata per l’abitazione principale e le sue pertinenze, mentre altri codici identificano il tributo per immobili con destinazioni diverse. La Tasi è, infatti, la tassa da pagare se si è indifferentemente un inquilino o un proprietario di un immobile. Essa va versata al comune di residenza e viene divisa in rata e saldo. La rata viene versata nel mese di giugno, mentre il saldo va effettuato a dicembre.

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Codice tributo 3912: cos’è e cosa indica?

Il codice tributo 3912 si usa per il versamento dell’IMU sull’abitazione principale. Come noto l’IMU sulla cosiddetta prima casa non si paga, fatta eccezione degli immobili di lusso. Per questo l’Agenzia delle Entrate ha istituito il codice 3912 per il versamento dell’imposta tramite il modello F24. Bisogna prestare particolare attenzione a non sbagliare: il 3912 è solo uno dei tanti codici da inserire nel modello F24 per il versamento dell’IMU. Infatti, per ciascuna tipologia di immobile o fabbricato e in base al soggetto a cui indirizzare il versamento (Comune o Stato) si deve selezionare il codice tributo IMU di riferimento.

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Chi è Stephen Littleword e quali sono le sue frasi più celebri

La traduzione italiana del suo cognome significa, letteralmente, “piccola parola”. Potrebbe sembrare una forzatura, ma in realtà è proprio l’abilità di comunicare pensieri in pillole che ha reso famoso Stephen Littleword, lo scrittore, copywriter e grafico pubblicitario. Nato negli anni ’70, oggi vive e lavora a Padova, ma continua a viaggiare per il mondo cercando e studiando continuamente ciò che lo circonda per trovare da lì la giusta ispirazione. Della sua vita privata si sa, però, poco altro, perché forse proprio del contrario dell’abbondanza di informazione il poeta vuole fare il proprio biglietto da visita.

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“O tempora, o mores”: cosa significa la frase latina di Cicerone

La frase “O tempora, o mores” è una locuzione latina di Cicerone tratta dal quarto libro della sua seconda orazione contro Verre (capitolo 25) e dalla Prima Orazione contro Catilina. Da ricordare che la forma “O tempora! O mores!” con i due punti esclamativi è inesatta, perché l’interpunzione è stata introdotta soltanto nel Medioevo e non era, invece, utilizzata originariamente dai latini.

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