Se un giorno dovesse essere inventata la macchina del tempo, e come primo viaggio scegliessimo di fare una capatina nella corte inglese della grande Elisabetta I, sentiremmo la regina parlare fluentemente italiano, con gli ospiti stranieri e con gli ambasciatori in visita. La lingua italiana, infatti, fino a pochi secoli fa, era ritenuta indispensabile per poter viaggiare, ed era una delle lingue che era necessario conoscere, per poter avere successo nel commercio e nelle relazioni diplomatiche. Oggi le cose sono molto cambiate, non ci sono più tante lingue da conoscere, ma una sola, universale, che viene ormai parlata fin nei più sperduti angoli della Terra: la lingua inglese. Per viaggiare, per lavorare, anche solo per comprendere il testo di una canzone, l’inglese ormai è fondamentale. Parlarlo fluentemente, e soprattutto comprenderlo, è diventato un titolo preferenziale, da spendere nel mondo del lavoro e non solo. La scuola italiana, a tal proposito, da qualche anno ha adottato una metodologia che consente di apprendere, sin dai primi anni di formazione, le lingue straniere: il metodo CLIL (Content language integrated learning).
Il metodo CLIL: imparare l’inglese in inglese
Imparare le lingue straniere sin da piccoli è fondamentale, per questo in Italia il Miur ha introdotto il metodo CLIL (Content language integrated learning), ovvero l’insegnamento delle materie non linguistiche, in una lingua straniera. Learning by doing, imparare la lingua dalla lingua stessa: è più o meno lo stesso concetto che tentavano di applicare tutti quei giovani i quali, pieni di sogni, si recavano a Londra, o nel Regno Unito, in cerca di fortuna, ed erano certi di imparare velocemente la lingua parlandola correntemente, sul posto. Il metodo CLIL non viene applicato unicamente all’inglese, ma anche ad altre lingue dell’Unione Europea.
Clil: i progetti del Miur
Il Miur nel 2016 ha dato alle scuole la possibilità di presentare i propri progetti, finalizzati all’utilizzo e allo sviluppo del metodo CLIL. Il Ministero ha stanziato fondi per 1,5 milioni di euro per le scuole elementari, medie e superiori, che realizzeranno progetti con il metodo CLIL. I fondi non verranno erogati ai singoli istituti, ma a gruppi di scuole, che formeranno una “rete”, costituita da un minimo di 5 a un massimo di 10 istituto. Della somma totale messa a disposizione dal Ministero dell’istruzione, università e ricerca, il 60% sarà a disposizione per le scuole superiori, mentre il 40% verrà destinato ad elementari e medie. Ogni progetto presentato prevede una spesa non inferiore ai 5mila euro, fino ad arrivare ad un massimo di 10mila.
Insegnante CLIL: caratteristiche
Insegnare seguendo il metodo CLIL non è semplice, non tutti possono applicare questa tipologia d’insegnamento. I requisiti sono diversi, a partire dalla certificazione della conoscenza di una lingua straniera, che deve essere a livello C1, o almeno B2. Il docente, inoltre, dovrà aver frequentato un corso di perfezionamento universitario, che varrà 20 Crediti Formativi Universitari per i docenti già in servizio attivo, e 60 CFU per coloro che stanno iniziando la formazione professionale.
Abilitazione CLIL
Per ottenere l’abilitazione all’insegnamento con la metodologia CLIL, i docenti dovranno frequentare i corsi di formazione e perfezionamento riconosciuti dal MIUR. Questi corsi sono in grado di fornire una formazione specifica e sono rivolti ai docenti che intendono insegnare la loro materia attraverso una lingua straniera.
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