Distacco della placenta: sintomi, rischi e come intervenire

La placenta è un organo fondamentale, che si forma durante la gravidanza, col fine di proteggere il feto nell’utero e fornire le risorse necessarie al suo sviluppo. La placenta, infatti, consente il passaggio delle sostanze nutritive e dell’ossigeno, dalla madre al feto. Il suo ruolo assicura un legame di vitale importanza per il bambino.

Il distacco della placenta genera molta preoccupazione e può mettere in pericolo il feto e la mamma. Diverse possono essere i fattori scatenanti un distacco totale o parziale della placenta, un distacco che avviene, in genere, solo in seguito al parto e la nascita del bambino, quando la placenta ha ormai svolto le sue funzioni e non è più necessaria.

Quali sono i principali sintomi del distacco della placenta

Il distacco della placenta può avvenire in qualsiasi momento della gravidanza, determinando conseguenze serie oltre le 20 settimane di gestazione. Nei primi tempi, infatti, potrebbero verificarsi dei distacchi del trofoblasto, la membrana che assicura il nutrimento dell’embrione. Questa situazione, tuttavia, non deve destare preoccupazione: non solo è molto comune, ma non genera alcun rischio per la gravidanza.

Il distacco della placenta è accompagnato da diversi sintomi, che devono essere valutati dal ginecologo e approfonditi attraverso l’esecuzione di un’ecografia. Un distacco minimo non causerà danni per il bambino, a patto che l’embrione riesca ad assumere tutte le sostanze nutritive necessarie per la crescita. Se il distacco riguarda una zona di proporzioni considerevoli, potrebbe causare rallentamenti nello sviluppo del feto, o purtroppo nei casi più gravi, la morte del feto. La madre, invece, potrebbe sviluppare dei sintomi, che potrebbero perdurare anche in seguito al parto. Nei casi più gravi potrebbero generarsi delle emorragie, risolvibili solo con l’esportazione dell’utero.

Il distacco della placenta è una condizione critica. I sintomi principali sono:

  • Sanguinamento vaginale
  • Dolore lombare
  • Dolore addominale
  • Indurimento dell’utero

Le cause del distacco di placenta sono imputabili ad alcuni fattori, tra cui il fumo, l’ipertensione, il consumo di droghe ed eccesso del liquido amniotico. Una placenta in ottime condizioni è la prima condizione per lo sviluppo e la crescita del feto nell’utero materno. Infatti, in questa fase, ricopre il ruolo di molti organi, tra cui i polmoni, poiché favorisce l’arrivo di ossigeno e anidride carbonica al feto, il rene, poiché filtra i liquidi del feto e da apparato digerente, grazie alla capacità di fornire tutte le sostanze nutritive, decisive per il corretto sviluppo del feto.

Il distacco di placenta avviene a seguito di un sanguinamento tra utero e placenta, che determina la formazione di un ematoma. Il distacco non presenta sempre sintomi evidenti. In alcuni casi, infatti, può essere silenzioso a causa della formazione di un ematoma interno. Tra i principali rischi del distacco di placenta vi è l’incapacità del feto di reperire nutrimento e ossigeno, che nei casi drammatici, ne causa la perdita. In altre situazioni, un distacco lieve può non inficiare sul nutrimento oppure rallentarne la crescita. Un distacco violento può causare alla madre uno shock emorragico, richiedendo una trasfusione.

Il distacco di placenta è una condizione che deve essere verificata dal ginecologo. In caso di dubbi o timori, è opportuno contattarlo e richiedere una visita urgente. Il distacco di placenta si manifesta in circa l’1% dei casi e può essere di lieve entità, se non investe più di un quarto della placenta. Il distacco di placenta lieve, richiede un eventuale ricovero della madre, per monitorare la situazione. In genere, è consigliato alla gestante il massimo riposo e il medico prescrive farmaci corticosteroidi, per favorire lo sviluppo dei polmoni del feto. Il distacco critico della placenta implica un’anticipazione della data del parto, attraverso l’esecuzione di un cesareo.

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