I diversi stili di pizza in Italia: guida tecnica per scegliere il tuo format

L’Italia è il paese della pizza, ma la pizza non è una sola. Ogni regione ha sviluppato uno stile con regole, impasti e tecniche di cottura specifiche. Capire le differenze non è solo una curiosità gastronomica, ma un passo essenziale per chi vuole aprire una pizzeria e scegliere un format coerente con la propria identità, target e capacità produttiva.

Questa guida, pensata con l’occhio tecnico di un pizzaiolo professionista, ti aiuta a orientarti tra i principali stili di pizza italiani. Ogni stile richiede conoscenze diverse, attrezzature specifiche e una gestione coerente del prodotto.

Pizza Napoletana

È la regina delle pizze, riconosciuta come patrimonio UNESCO. L’impasto è semplice ma esigente: farina di forza medio-alta, alta idratazione (60-65%), lunga maturazione (24-48 ore) e pochissimo lievito. La stesura si fa rigorosamente a mano, senza stendere il cornicione, che deve risultare gonfio e alveolato dopo la cottura.

Cottura: in forno a legna (430-480°C) per 60-90 secondi. La temperatura estrema richiede esperienza nella gestione del fuoco e rapidità nei gesti.

Pro: grande impatto visivo, digeribilità elevata, sapore autentico.

Contro: richiede alta tecnica e forno adeguato, con costi iniziali importanti.

Target ideale: giovani, gourmet, appassionati della tradizione napoletana.

Attenzione: la pizza napoletana è un prodotto emozionale. Ma non basta farla bene, serve raccontarla nel modo giusto. È una scelta di identità forte, non un semplice prodotto da banco.

Pizza Romana tonda (scrocchiarella)

Conosciuta per la sua croccantezza estrema, la romana tonda è completamente diversa dalla napoletana. L’impasto è più secco, con un’idratazione inferiore (55-58%) e presenza di olio per favorire l’effetto croccante. La stesura è sottile e uniforme, spesso con l’aiuto del mattarello.

Cottura: in forno elettrico o a gas a 300-350°C per 4-5 minuti.

Pro: più facile da gestire, adatta a linee di produzione veloci.

Contro: meno digeribile se mal gestita, tende a seccarsi se non ben cotta.

Target ideale: locali fast, pub, street food, pizzerie da asporto.

Consiglio tecnico: per ottenere la giusta croccantezza, la teglia deve essere ben calda e l’impasto deve avere una lievitazione controllata di almeno 12-16 ore.

 

Pizza in teglia alla romana

È una delle pizze più tecniche da realizzare, ma anche tra le più versatili. L’impasto è ad alta idratazione (70-80%) e viene gestito con un metodo indiretto o con biga. Richiede una lunga maturazione a freddo (48-72h) per sviluppare l’alveolatura e la leggerezza desiderate.

Cottura: in teglia unta d’olio, a 280-300°C per 6-10 minuti.

Pro: preparazione anticipata, ottima per tranci al banco o vendita a peso.

Contro: necessita di impastatrici planetarie o spirali, celle frigorifere e conoscenze avanzate di gestione.

Target ideale: panifici, pizzerie al taglio, street food con alta rotazione.

Vantaggio pratico: ottima per il food cost. Le basi possono essere precotte, farcite a freddo o rigenerate, mantenendo qualità e tempi sotto controllo.

Pizza alla pala

Stile scenografico e artigianale, tipico delle pizzerie gourmet e dei forni specializzati. L’impasto ha un’idratazione molto alta (80-85%), spesso con lievito madre o biga, e va steso a mano direttamente su pala di legno, senza schiacciare l’alveolatura.

Cottura: su pietra refrattaria o forno elettrico a platea, infornata con pala.

Pro: leggera, croccante, dall’aspetto artigianale e rustico.

Contro: difficile da gestire senza esperienza, impasti fragili da maneggiare.

Target ideale: pizzerie artigianali, format gourmet, ristoranti con cucina a vista.

Nota tecnica: la pala in legno va infarinata con semola rimacinata per evitare che l’impasto si attacchi. La stesura deve essere delicata per non compromettere la struttura alveolata.

Pizza al padellino (Torinese)

Un format pratico e moderno, adatto anche al delivery. La pizza viene precotta “bianca” nel padellino in alluminio, poi farcita e rifinita in forno. Piccola (18-22 cm), con bordo croccante e interno soffice, ben alveolato.

Cottura: doppia, prima in bianco e poi con farcitura.

Pro: porzionabile, facilmente standardizzabile.

Contro: tempi lunghi, necessità di attrezzatura specifica (padellini, abbattitore, cella di lievitazione).

Target ideale: locali giovani, aperitivi, format moderni e delivery.

Format emergente: il padellino piace per la sua gestibilità. È perfetto per chi vuole produrre in anticipo e servire rapidamente, senza sacrificare qualità.

Come scegliere il giusto stile di pizza per il tuo format

Ogni stile ha esigenze diverse in termini di:

  • Impasti e tecniche; (diretti, biga, autolisi…)
  • Forni e temperature di cottura;
  • Personale formato o non qualificato;
  • Spazi di lavoro e logistica;
  • Target di clientela.

La scelta del tipo di pizza non è solo una questione di gusto personale. È una scelta strategica, che impatta sulla gestione quotidiana, sul food cost, sull’identità visiva del locale e sulle attrezzature da acquistare. Per questo, se stai valutando di aprire una pizzeria, partire dal tipo di prodotto che vuoi offrire è il primo passo.

Conclusione

In Italia la pizza è cultura, tecnica e identità. Ogni stile rappresenta un modo diverso di interpretare lo stesso prodotto. Scegliere il format giusto significa trovare un equilibrio tra capacità tecniche, investimenti e aspettative dei clienti. Non esiste uno stile migliore dell’altro, ma esiste quello giusto per te.

Che tu voglia servire una napoletana autentica o puntare su tranci croccanti da passeggio, la cosa fondamentale è conoscere a fondo ciò che fai. Solo così potrai distinguerti e costruire un’attività solida e coerente.

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