La professione infermieristica è (come tutte quelle in ambito sanitario), è investita da un ampio spettro di leggi che ne regolano la funzione. Infatti, la figura di questo professionista è soggetta a una serie di vincoli, da rispettare se non si vuole rincorrere in una serie di sanzioni, anche gravi. In seguito, riportiamo le leggi infermieristiche più importanti, che ne disciplinano l’operato.
Leggi infermieristiche: le norme più importanti per la professione
Quella dell’infermiere è una professione sanitaria di estremo rilievo. L’infermiere, infatti, è a stretto contatto con i pazienti e deve fornire le cure assistenziali in modo adeguato. L’infermiere è, a pari del medico, l’emblema delle strutture in cui opera.
Conoscere la legislazione infermieristica è molto importante non solo per l’esercizio della professione, ma anche per prepararsi in modo adeguato ai concorsi per l’abilitazione. Oltre alla legislazione sanitaria generale, riguardante il Sistema Sanitario Nazionale, infatti, l’infermiere deve conoscere determinate leggi, tra cui:
- Legge 251/2000: disciplina nello specifico, l’autonomia della professione, nelle attività di prevenzione e cura, secondo i principi stabiliti nel Codice Deontologico. Importante, secondo quanto riportato in questa legge, anche il processo di nursing che serve per garantire una pianificazione adeguata dell’operato, tramite specifici obiettivi
- D.M. 739/94: delinea il profilo professionale di questa figura, sottolineando la sua completa responsabilità nell’ambito preventivo, riabilitativo, curativo, sulla base dei tre principi che accompagnano le professioni assistenziali, ossia il saper essere, il saper fare e il sapere
- Legge 42/99: segna un passaggio importante, riconoscendo l’infermiere come un professionista, delineando il confine tra le sue responsabilità e quelle del medico
La sentenza 9739 del 2005 ha messo in chiaro le responsabilità di questa figura professionale, che hanno l’obbligo di proteggere la salute del paziente, di cui sono responsabili per tutto il turno di lavoro. Poiché opera con un certo grado di autonomia, ha comunque l’obbligo di prendere decisioni ponderate e adeguate per il massimo bene dell’ammalato
Infermiere: le sanzioni in caso di errore
L’infermiere ricopre un ruolo di estrema importanza, poiché responsabile delle condizioni dei pazienti ricoverati presso le strutture o a cui presta servizio da privato. Per tali ragioni, la legge riconosce gli obblighi di questo professionista e stabilisce delle chiare sanzioni, in caso di comportamento non deontologico (secondo quanto affermato dal Codice Deontologico che disciplina la professione sanitaria). Tali sanzioni sono stabilite dal Consiglio Direttivo, che interviene in caso di anomalie, abusi e carenze nell’esercizio professionale. Le sanzioni possono essere:
- La diffida
- La censura scritta
- La radiazione dall’Albo dei professionisti
- La sospensione del servizio in modo temporaneo
La radiazione dall’Albo è la sanzione più grave e si verifica solo in casi eccezionali, quando cioè il professionista è colpevole di aver commesso atti davvero gravi. Nel caso in cui fosse messo in atto tale procedimento disciplinare, l’infermiere dovrà attendere 5 anni prima di procedere all’iscrizione all’albo.
Quella dell’infermiere è una figura di primaria importanza nell’ambito sanitario. Il giusto riconoscimento per questo professionista, considerato ormai non solo operativa ma anche intellettuale, procede di pari passo con il riconoscimento di obblighi di legge da rispettare, per evitare di ricadere in sanzioni anche gravi.
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