Amministrazione condominiale: che cosa prevede la legge italiana? Di cosa si occupa l’amministratore?

L’amministrazione condominiale viene gestita e regolamentata da un amministratore di condominio, che per la legge italiana è colui che ha il potere per occuparsi di ciò che riguarda decisioni e scelte relative al condominio. Inizialmente non vi erano particolari requisiti da rispettare per poter svolgere questo compito, ma ad oggi le condizioni sono cambiate. Per poter diventare amministratore di condominio non è prevista l’iscrizione in alcun albo degli amministratori, in quanto per la magistratura italiana esistono degli obblighi formativi specifici da rispettare.

Amministrazione condominiale: che cosa prevede la legge italiana?

Secondo quanto riportato dall’articolo 1129 del codice civile italiano, ecco una sintesi del ruolo svolto dall’amministratore di condominio:

«Quando i condomini sono più di otto, se l’assemblea non vi provvede, la nomina di un amministratore è fatta dall’autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dall’amministratore dimissionario. (…) L’incarico di amministratore ha durata di un anno e si intende rinnovato per eguale durata. L’assemblea convocata per la revoca o le dimissioni delibera in ordine alla nomina del nuovo amministratore. La revoca dell’amministratore può essere deliberata in ogni tempo dall’assemblea, con la maggioranza prevista per la sua nomina oppure con le modalità previste dal regolamento di condominio. Può altresì essere disposta dall’autorità giudiziaria, su ricorso di ciascun condomino, nel caso previsto dal quarto comma dell’articolo 1131, se non rende il conto della gestione, ovvero in caso di gravi irregolarità. (…)»

Questo ruolo può anche essere svolto da uno  dei condomini che vive all’interno del condominio, oppure si può far riferimento a un professionista esterno, l’importante è che in ogni caso vengano rispettati i requisiti per poter svolgere questo compito. Infatti, come già anticipato, molti cambiamenti sono avvenuti dopo la riforma del 2012 e l’entrata in vigore del decreto del Ministero della Giustizia n 140 del 24 settembre del 2014. Quindi, cosa bisogna fare per diventare amministratore di condominio?

  • colui che intende ricoprire questo ruolo deve possedere l’abilitazione rilasciata da enti e istituti di formazione
  • deve aver frequentato un corso di formazione professionale di almeno 72 ore e tenersi aggiornato con corsi annuali di 15 ore
  • il corso deve esser svolto presso una sede abilitata

Una volta terminata la formazione, la figura avrà acquisito le giuste conoscenze per affrontare problematiche in tema di spazi comuni, prendere coscienza della normativa urbanistica, conoscere la contabilità, le regole di ripartizione dei costi in base alle tabelle millesimali e la sicurezza degli edifici.

Di cosa si occupa l’amministratore?

L’amministratore di condominio viene nominato dall’assemblea, eletto dalla maggioranza. Sarà proprio lui a dover agire e rappresentare il condominio, tutelando i condomini. Il condominio deve avere obbligatoriamente un amministratore quando supera 8 appartamenti. L’amministratore è il responsabile esclusivamente delle parti comuni dell’edificio, definite nell’articolo 1117 del codice civile, oltre che da ciò descritto nel regolamento di condominio. Al contrario, non è responsabile delle parti private, come, ad esempio, gli appartamenti. L’amministrazione di condominio può essere revocato nei casi in cui la scelta venga effettuata dalla maggioranza dei condomini presenti all’assemblea condominiale. L’incarico può essere revocato anche da parte dell’Autorità Giudiziaria competente, o nei casi in cui venga nominato un altro amministratore o esso si dimetta volontariamente.

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