Alopecia: che cos’è e come affrontarla

Molto comune tra gli uomini, ma diffusa anche tra le donne, l’alopecia, ossia la perdita dei capelli, è un fenomeno piuttosto variegato, con sintomi e cause fra loro differenti.

Il problema della perdita dei capelli, il quale ha spesso ripercussioni sulla psiche dei soggetti colpiti, può presentarsi come un semplice diradamento oppure può causare un problema di calvizie, ossia la perdita di capelli su un’area molto estesa della testa; in alcuni casi si presenta invece con zone circoscritte prive di capelli.

Tra le cause più comuni dell’alopecia rientrano lo stress, fattori genetici, l’assunzione di determinati farmaci, problemi ormonali e infezioni. Per scoprire la causa del problema e trovare una soluzione in grado di arrestare il fenomeno, è fondamentale rivolgersi il prima possibile al proprio medico di fiducia. In alcuni casi, una volta risolto il problema, i capelli cominciano a ricrescere in modo naturale; altre volte invece è necessario rivolgersi a dei centri specializzati che offrano trattamenti per il trapianto di capelli; per conoscere i costi e i tipi di trattamento disponibili, cliccate qua.

Quando si può parlare di alopecia

Non sempre la caduta dei capelli è indice di qualcosa che non va. Perdere i capelli è in realtà, entro certi limiti, un fenomeno del tutto normale che non deve destare preoccupazione. Secondo gli esperti, si perdono in media 100 capelli al giorno, i quali ricrescono senza lasciare aree vuote o diradata.

Diversamente da quanto avviene con i peli degli animali, la nostra chioma non è soggetta a una muta in quanto il ciclo vitale di ogni capello segue un percorso indipendente da tutti gli altri e ha una durata che può variare dai 2 fino ai 6 anni. In particolare, i capelli sono soggetti a una prima fase di crescita, detta anagen, seguita da una fase detta catagen che vede la riduzione della dimensione del bulbo pilifero. È durante l’ultima parte del ciclo di vita, detta telogen, che il capello cade, per lasciare il posto a quello nuovo che, in un soggetto sano e in circostanze normali, dovrebbe essere già in piena fase anagen.

In alcuni periodi può capitare di perdere più capelli, ma la vera preoccupazione deve sorgere nel momento in cui si nota un principio di diradamento. È allora che si può parlare di alopecia e che bisogna iniziare a indagare le cause.

L’alopecia è reversibile?

Come abbiamo anticipato nell’introduzione, esistono vari tipi di alopecia, alcuni reversibili e altri, purtroppo, irreversibili, ma in alcuni casi risolvibili grazie a un trapianto di capelli.

L’alopecia irreversibile è definitiva ed è causata dall’atrofia dei bulbi piliferi, i quali non hanno più la possibilità di far crescere nuovi capelli; al contrario, quella reversibile è temporanea e non presenta atrofia dei bulbi, ma solo una riduzione dell’attività che può avere diverse cause.

Alopecia androgenetica e alopecia areata

I due tipi più comuni di alopecia sono quella androgenetica e quella areata. La prima è di tipo cicatriziale non reversibile e porta, con il tempo, soprattutto se non curata, alla calvizie. Causata da una reazione dei bulbi piliferi agli ormoni maschili e favorita da fattori genetici, è molto diffusa tra gli uomini, ma colpisce anche un’elevata percentuale di donne, in particolare a partire dalla menopausa.

A differenza di questa, l’alopecia areata è solitamente temporanea e reversibile, e colpisce anche i giovani e i bambini. La causa scatenante è di origine immunitaria e la caduta dei capelli, spesso accompagnata dalla perdita di peli in altre zone del corpo, è causata dal sistema immunitario che attacca i bulbi piliferi, riducendone l’attività. Questo tipo di alopecia è molto riconoscibile in quanto non si manifesta con un diradamento omogeneo dei capelli, ma con una perdita in aree circoscritte.

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