Clistere evacuante: a che cosa serve? Ogni quanto si può effettuare?

Quando sussistono problemi all’intestino che comprendono l’evacuazione di gas o feci è bene consultare il proprio medico o farmacista e seguire le indicazioni e i consigli che questi danno. Determinati disagi intestinali non sono da trascurare perché potrebbero provocare danni cronici al sistema che saranno difficili da combattere e sicuramente molto più dolorosi. Uno tra i rimedi efficaci per stimolare  l’evacuazione è il clistere: ma come si applica la procedura? Ogni quanto è possibile effettuarlo per non farsi male? di seguito maggiori info e approfondimenti.

Il clistere evacuante: a cosa serve

La procedura che vede l’utilizzo del clistere serve per liberare l’ultimo tratto dell’intestino da gas o feci che fanno fatica ad essere eliminate naturalmente dall’organismo per più giorni. Questo avviene posizionato il clistere all’interno del retto attraverso un piccolo tubo chiamato ‘sonda’. Spesso in campo medico viene utilizzato anche in altri casi come prima di un intervento chirurgico o per problemi di stipsi. Da anni ormai il clistere è diventato anche a uso domestico, inserendo l’acqua all’interno della pompa che verrà poi usata per liberare il canale rettale. Esistono cinque tipi di clistere: evacuativi, carminativi, di ritenzione, al flusso refluo e terapeutici. Per quanto riguarda il clistere evacuativo è composto da una pompetta di silicone a forma di pera  che termina con un piccolo beccuccio. Data la forma a pera appena descritta, nel linguaggio comune domestico questa pratica è anche chiamata ‘peretta’ o ‘pompetta‘. Prima di inserire il beccuccio nel retto è bene preoccuparsi di lubrificarlo e pulirlo preventivamente così da evitare lesioni ed infezioni nell’ano. Il liquido da poter inserire nella pompetta può essere acqua tiepida mista ad olio, glicerina, sapone o soluzione evacuante. Per i più piccoli che soffrono di questo tipo di disagio intestinale si possono trovare nelle farmacie dei clisteri specifici di misure adatte usa e getta. La funzione di questa pratica medicinale è quella di sciogliere le feci dure che non riescono ad essere rimosse da uno stimolo naturale.

I rischi del clistere

La pratica del clistere evacuativo è per la maggior parte dei casi sicura, ovviamente se fatta nel modo corretto e seguendo tutti i passaggi di pulizia preventivi. Uno dei rischi più comuni se effettuato troppo spesso è l’irritazione del canale rettale data dall’uso eccessivo di sapone o altre soluzioni irritanti. Per i pazienti affetti da diverticolite invece è fortemente sconsigliato perché il liquido inserito potrebbe finire in un diverticolo e causare emorragia.

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