Risposta immunitaria al COVID-19: quale ruolo giocano i fattori genetici?

Il sistema immunitario naturale costituisce il principale e più importante metodo di difesa nei confronti degli agenti patogeni, basti pensare che generalmente è in grado di proteggere l’organismo da oltre il 90% delle infezioni causate da batteri o da virus.

Tuttavia, come si è appreso in questo lungo periodo di diffusione dell’epidemia di COVID-19, anche il sistema immunitario fisiologico può essere ulteriormente potenziato e rafforzato, proprio come se si trattasse di una sorta di vero e proprio “allenamento funzionale”.

In sostanza, sottoporsi alle vaccinazioni può essere utile per incrementare ulteriormente la propria resistenza innata alle infezioni, sviluppando una maggiore e più efficace risposta immunitaria. È il caso, appunto, del recente Covid19, ma anche delle forme influenzali e di altre infezioni batteriche o virali più o meno note e diffuse.

Le vaccinazioni non rappresentano comunque l’unico sistema per migliorare il funzionamento del sistema immunitario. In un’epoca in cui la prevenzione rappresenta un metodo per raggiungere e mantenere un ottimo stato di salute, è noto come anche lo stile di vita può contribuire a difendere il corpo dalle patologie infettive.

Risulta inoltre comprovata la relazione tra risposta immunitaria a Covid19 e fattori genetici grazie a numerosi studi effettuati: i fattori innati, infatti, possono spesso determinare una maggiore o minore reazione del sistema immunitario, sia nei confronti del Covid come di altre patologie infettive.

Come incrementare l’azione del sistema immunitario congenito

Principalmente, per mantenere “in forma” il proprio sistema immunitario naturale, esistono due metodi: sottoporsi regolarmente alle vaccinazioni, dall’antinfluenzale a quelle che possono essere ulteriormente raccomandate, e condurre uno stile di vita orientato verso la salute e il benessere.

Una vita sana richiede l’osservanza di poche e semplici regole: abolire il fumo, che provoca un notevole abbassamento delle difese immunitarie, consumare ogni giorno frutta e verdura fresche, preferibilmente in cinque porzioni, divise tra i pasti principali e gli spuntini, e praticare una moderata ma regolare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno, anche una semplice camminata a passo veloce.

Una dieta equilibrata e un costante esercizio fisico sono infatti determinanti per difendersi da numerose patologie: è infatti comprovato come l’obesità e il diabete, tipici problemi spesso derivati o comunque favoriti da uno stile di vita non corretto, rappresentino un fattore di rischio nei confronto delle infezioni da Coronavirus e da altri agenti infettivi.

L’importanza dei vaccini per proteggere l’organismo e rafforzare il sistema immunitario

Spesso i vaccini non proteggono esclusivamente da un unico agente patogeno, ma sviluppano la difesa immunitaria contro una gamma più ampia di infezioni.

Questo spiega almeno in parte la scarsa percentuale di bambini colpiti dal Covid19, in quanto sono soggetti a diverse vaccinazioni, alcune delle quali polivalenti.

Da qui si evidenzia l’importanza del sottoporsi regolarmente alle vaccinazioni proposte nei diversi periodi, in quanto possono appunto favorire un’immunità anche di ampio raggio.

Quali sono i fattori genetici che determinano una maggiore risposta immunitaria

Dalle ultime ricerche è emerso che alcuni soggetti sono predisposti alle complicazioni polmonari e all’insufficienza respiratoria da COVID-19 in relazione alla presenza di un gene che rappresenta un vero fattore di rischio.

Gli studi effettuati hanno consentito di individuare le regioni cromosomiche in cui si trovano le varianti genetiche responsabili del rischio di insufficienza respiratoria, un problema che riguarda una percentuale intorno al 10% dei pazienti affetti da COVID-19.

Questo dato va a costituire un importante parametro per identificare quelli che sono i soggetti a rischio, molto prima che si sviluppino i sintomi respiratori.

Un notevole traguardo, quindi, nel trattamento terapeutico del Covid19, che potrebbe essere utile sia nell’identificare farmaci efficaci e già noti per altre patologie, sia nel procedere con una maggiore personalizzazione delle terapie.

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