Enterococcus faecalis in gravidanza: cos’è e a che cosa serve?

Scoprire di star per diventare madri è un momento molto importante: la gioia di sapere che al termine della gestazione si avrà fra le braccia il proprio bambino è una sensazione meravigliosa. Tuttavia la madre, durante i mesi che precedono il parto, ha un compito davvero molto importante poiché è responsabile del corretto sviluppo del feto.

E’ per questo motivo che, durante la gravidanza come non mai, bisognerebbe prestare un occhio di riguardo ( anzi due!) ai luoghi che si frequentano in quanto alcuni di essi potrebbero essere veicolo di infezioni. Oggi vediamo insieme l’Enterococcus Faecalis durante la gravidanza: cos’è e a che cosa serve?

Cos’è?

L’Enterococcus faecalis è un batterio, appartenente alla famiglia degli Enterococcus: si stima che nell’80% dei casi di infezioni da enterococchi, l’Enterococcus faecalis sia il responsabile. E’ un batterio molto resistente in quanto può proliferare nei più svariati ambienti, da quelli più basici a quelli più acidi. Nonostante l’infezione non sia da streptococchi (molto virulenta), il batterio sviluppa resistenza dagli antibiotici, quindi la terapia ideale è quella di aumentare le dosi di antibiotico durante il trattamento.

L’Enterococcus faecalis è, nella maggior parte dei casi, trasmesso nelle strutture ospedaliere e sembra proliferare nei reparti di urologia e oncologia; questo batterio può, tuttavia, trovarsi anche in alimenti contaminati quali acqua e carne. La diagnosi è molto lenta in quanto nei campioni fecali sono presenti numerosissime tipologie batteriche ed è quindi molto difficile isolare l’Enterococcus faecalis e quindi queste analisi non sono ritenute nemmeno particolarmente sicure.

L’Enterococcus faecalis in gravidanza

Per una neo-mamma scoprire di aver contratto un’infezione da enterococchi potrebbe comportare una vera e propria nevrosi: mantenete la calma e contattate al più presto il vostro medico, vi saprà aiutare (questo batterio potrebbe indurre addirittura la rottura del sacco amniotico, quindi non lo sottovalutate). Uno dei sintomi più frequenti sono cistiti e irritazioni, quindi prestate molta attenzione ed inoltre, proprio perché l’infezione può essere contratta anche da alimenti infetti, non ingerite alimenti di dubbia provenienza.

Il metodo di diagnosi più indicato, durante la dolce attesa, è il tampone vaginale che, rispetto alle analisi delle feci, vi permetterà di sapere l’esito in tempi più brevi. Nel caso che abbiate contratto questa infezione, il dottore vi prescriverà una serie di antibiotici e dovrete prestare maggiore attenzione alla vostra igiene personale: comincerete a notare i primi miglioramenti dopo i 15 giorni.

Articoli correlati: